Lev Šestov: L’idea di bene in Tolstoj e Nietzsche

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1.SisällysluetteloContentsСодержание
(1,2,3,4,5)
2.MuistiinpanotHighlightsПримечание
h
3.SanastoVocabularyСловарь
w
4.YhteenvedotReviewsРезюме
###
5.HuomautuksetRemarksЗамечания
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Sisällysluettelo Contents Содержание (Code: (1,2,3,4,5))

20001 Introduzione di Andrea Oppo
1401 L’idea di bene in Tolstoj e Nietzsche
140101 Prefazione
220102 I I Wehe allen Liebenden, die nicht noch eine
290103 II Da dove è venuto questo «senso del bene»?
380104 III Le Riflessioni a proposito del censimento di Mosca
450105 IV Ritornato nelle sue terre, Tolstoj arrivò a delle conclusioni che ci forniscono una risposta a queste domande.
530106 V Fare dei paragoni tra la nuova dottrina di Tolstoj
590107 VI L’idea fondamentale di Delitto e castigo
700108 VII Noi diciamo, per sottolineare il cambiamento avvenuto in Tolstoj, che egli è passato dall’arte alla filosofia.
880109 VIII Veniamo ora alla filosofia dell’antipode di Tolstoj: Nietzsche.
980110 IX Ma Nietzsche ha cercato Dio
1060111 X Tra tutti gli altri questi mezzi non possono neppure pretendere di proporsi come nuovi.
1150112 XI Dio, un Dio di cui ha bisogno colui che ha capito tutto l’orrore della propria impotenza,
1200113 b,0151023
1240114 XII Nietzsche fece egualmente un pellegrinaggio verso il «bene», il bene di Tolstoj,
1370115 XIII E qui, a proposito della morale, è possibile dire quello che Nietzsche ha detto a proposito della religione: la grande maggioranza degli uomini non sospetta neppure che si possano conciliare tante speranze con la morale.
1470116 XIV Fu allora che a Nietzsche venne questo pensiero a prima vista folle,
1570117 XV È qui che finisce secondo Nietzsche la filosofia
1630118 Note Introduzione
1660119 b,0151028
1660120 end
1660121
1660122
1660123 b,0151028,ShestovTolstNietzsche end
1660124 ### itfi
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Muistiinpanot Highlights Примечание (Code: h)

1 (5)
Šestov, evidentemente, fa riferimento all’ultimo Tolstoj : il Tolstoj pubblicista che predica il Bene assoluto e punta a un rinnovamento radicale della società.
2 (7)
il cosiddetto «tolstoismo» dell’ultimo periodo del romanziere erano evidentemente un bersaglio fin troppo facile, contro il quale si accanivano diversi intellettuali a partire da Solov’ëv.
3 (10)
Šestov era un russo nel profondo dell’animo e amava Tolstoj, lo amava proprio nelle sue contraddizioni, e lo rispettava mentre lo attaccava.
4 (10)
L’ammirazione di Šestov per Nietzsche non è totale e incondizionata, e lo si vede bene già in quest’opera. Essa si ferma, in particolare, laddove il filosofo tedesco propone la sua teoria dell’Übermensch, il cui ruolo , a detta di Šestov, «non è nuovo».
5 (12)
Non è un caso che nel marzo del 1910 Šestov abbia voluto rendergli omaggio con una visita privata nella sua residenza di Jasnaja Poljana, e già diversi anni prima del loro incontro avesse dichiarato che Cechov e Tolstoj erano gli unici scrittori che avrebbe voluto conoscere di persona.
6 (12)
Quanto alla Russia, dopo la lunga parentesi sovietica che necessariamente oscurò autori del suo genere, negli anni ’90 del Ventesimo secolo la figura di Šestov è stata largamente riscoperta.
7 (22)
dico «predicazione» perché tutte le opere degli ultimi anni di Tolstoj, comprese le sue opere letterarie, non avevano che uno scopo: rappresentare la concezione del mondo che egli aveva immaginato obbligatoria per tutti.
8 (22)
Tolstoj non si limita a descrivere la vita umana, ma la giudica.
9 (26)
In Anna Karenina, come in Guerra e pace, Tolstoj non si limita a negare che sia possibile scambiare la vita con il bene, ma arriva addirittura a pensare che un tale scambio sarebbe contro natura, che sarebbe falso e simulato, e che in fin dei conti egli dovrebbe convincere qualunque persona, fosse anche il migliore degli uomini , a protestare.
10 (28)
Infine, l’eroe principale del romanzo, l’alter ego dell’autore (il suo stesso nome di famiglia deriva dal nome di Tolstoj: Lev – Levin), riconosce apertamente che il servizio cosciente del bene è una menzogna inutile.
11 (29)
Levin era torturato dall’idea di non sapere né perché né come egli dovesse vivere; tuttavia, «egli tracciava con fermezza nella vita una strada buona per lui e, alla fine, arrivò alla convinzione che, malgrado non cercasse il bene ma la propria felicità, la sua vita, nonostante ciò, o piuttosto proprio per questo, non solo non era sprovvista di senso come lo era prima, ma che essa aveva il senso incontestabile del bene».
12 (29)
b,0151005
13 (31)
Poiché egli scrive non per gli altri ma per se stesso. Eppure il bene è con lui, il bene dà alla sua vita un senso preciso». Ed è proprio il «bene», è questa forza potente che fa di Levin un Ed è proprio il «bene», è questa forza potente che fa di Levin un
14 (31)
Portare Anna a buttarsi sotto un treno senza battere ciglio! Seguire l’agonia di Ivan Il’ic senza versare una lacrima! A molti lettori questo atteggiamento sembra a tal punto incomprensibile e rivoltante che essi sono persino disposti a negare il genio di Tolstoj.
15 (36)
Nietzsche non ha avuto altro torto che quello di credere, nella maniera più completa, la più fiduciosa, la più logica, all’infallibilità dei princìpi.
16 (43)
Ma ecco la conclusione della storia riferita da Tolstoj: «Le diedi un rublo e mi ricordo che fui molto contento che gli altri l’avessero visto». È possibile che questo sia vero? Che Tolstoj sia stato davvero «molto contento che gli altri...
17 (44)
«Era una prostituta: ora non vuole più esserlo, e perciò non sa più come trovare il suo pane»?
18 (45)
Col denaro è impossibile fare qualcosa di buono, perché non è di denaro che questi miserabili hanno bisogno. Ciò che a loro occorre è che gli si insegni a lavorare, ad apprezzare e amare il lavoro, quel lavoro col quale si ottengono i mezzi di sussistenza.
19 (46)
A dispetto dei consigli dei medici, il lavoro fisico non aveva nuociuto alla salute di Tolstoj; al contrario, egli si sentiva crescere in «forza, buona disposizione, gaiezza e bontà»,
20 (48)
calle A. s. m. o †f. ? (poet.) Sentiero campestre o strada stretta | (est.) Cammino: per calli sconosciuti / declinandoli ei venne (A. MANZONI). B. s. f. 1 Strada di Venezia. 2 (est., ven.) Strada stretta. || callétta, dim. ? càlle [lat. calle(m), di etim. incerta ¤ 1266]
21 (48)
non è vergognoso avere le mani prive di calli: eil ole häpeäksi, vaikka käsissä ei ole kovettumia
22 (53)
che si affidassero non alle dimostrazioni della ragione, la quale si immagina di poter rifare il mondo, ma all’istinto immediato che offre la possibilità di «affondare se stessi nella terra come un aratro».
23 (59)
Tolstoj trova probabilmente che Dostoevskij soddisfi meglio di ogni altro la seconda condizione: egli insegna il bene. Sotto questo aspetto, Tolstoj ha interamente ragione. Dostoevskij infatti, in tutte le sue opere (fatta eccezione per una parte delle Memorie dalla casa dei morti, opera che Tolstoj raccomanda in maniera particolare), non dimentica mai di insegnare il bene.
24 (59)
In realtà, capire perché Nietzsche e Tolstoj stimavano Dostoevskij è trovare la chiave che spiegherà le loro filosofie, in apparenza così diverse l’una dall’altra. Per tentare di offrire questa spiegazione ci fermeremo a una delle opere più caratteristiche e più celebri di Dostoevskij: Delitto e castigo.
25 (59)
b,0151014
26 (59)
w,l’infrazione:rikkominen
27 (69)
Shakespeare si è interessato a uno scellerato ribelle e autentico. Dostoevskij a un assassino tra i più sottomessi e inoffensivi. Shakespeare ha cercato di giustificare l’uomo, Dostoevskij di accusarlo. Chi dei due è il vero cristiano?
28 (70)
per mostrare in che cosa consista la differenza essenziale tra la filosofia e la predicazione, e per chi la predicazione è un bisogno, e per chi invece lo è la filosofia.
29 (70)
b,0151016
30 (72)
Dire di Tolstoj che non è un filosofo significa privare la filosofia di uno dei suoi più grandi rappresentanti
31 (72)
tutta la sua opera creativa è stata il risultato del suo desiderio di capire la vita, cioè del desiderio che causò la nascita della filosofia.
32 (73)
tutta la sua opera creativa è stata il risultato del suo desiderio di capire la vita, cioè del desiderio che causò la nascita della filosofia.
33 (75)
Tutto andrebbe bene se gli artisti realizzassero l’intera loro opera con le proprie mani; ma non è così, essi hanno tutti bisogno dell’aiuto dei lavoratori manuali, non solo per la realizzazione delle loro opere d’arte, ma anche per la loro esistenza, per la maggior parte del tempo lussuosa , e ricevono quest’aiuto, in una maniera o nell’altra, sotto forma di retribuzioni elargite dai ricchi, o sotto forma di sussidi da parte del governo, che sono dati loro in numero di milioni, allo scopo di gestire i teatri, i conservatori, le accademie. E il denaro viene prelevato dal popolo che non gode mai dei piaceri estetici che può dare l’arte.
34 (88)
b,0151019
35 (98)
Nella storia dei tempi moderni Nietzsche è il primo e forse l’unico filosofo ostile al cristianesimo in quanto religione;
36 (100)
perché è impossibile, dicono, che uno vada in chiesa unicamente per guastare il suo buon umore (Al di là del bene e del male, 58).
37 (101)
«Dio non esiste, Dio è morto»: questa notizia che un tempo aveva appreso tranquillamente, senza verificarla, da una terza persona, adesso evoca in lui un orrore mistico. Ecco le parole di cui ora si serve per annunciarlo: Non avete sentito parlare di quel matto che in pieno mattino accese una lanterna e poi si mise a correre in una grande piazza gridando senza sosta: «Cerco Dio, cerco Dio!»?
38 (102)
«Vi dirò io – gridò – dove è andato Dio: l’abbiamo ammazzato, voi ed io ! Tutti noi siamo i suoi assassini ! Ma perché abbiamo fatto questo? Come abbiamo potuto svuotare il mare? Chi ci ha dato la spugna per cancellare l’intero orizzonte?
39 (112)
Il vecchio papa racconta la morte di Dio in questi termini: «Colui che lo loda come un dio d’amore non ha posto l’amore abbastanza in alto. Non è forse vero che questo dio voleva essere anche un giudice? Ma colui che ama veramente ama al di là della ricompensa e della punizione.
40 (115)
b,0151021
41 (129)
come i professori tedeschi – affermando che Nietzsche non aveva capito Kant in maniera sufficientemente «profonda».
42 (129)
Ripeto: è falso pensare che i sentimenti di Nietzsche siano unici, nuovi, senza precedenti. Al contrario, sono molto più frequenti di quanto si creda. Ma, ordinariamente, vengono taciuti: si mettono da parte a causa della riprovazione generale che li attenderebbe.
43 (130)
«In che cosa si manifesta la più grande umanità?». E la risposta è: «Jemandem Scham ersparen» [Evitare a qualcuno la vergogna].
44 (132)
lusinga:imartelu
45 (136)
In tutta pienezza ha verificato su se stesso la formula che propone oggi Tolstoj: «Il bene è Dio»; vale a dire il fatto che nella vita non bisogna cercare altro che il bene. È nelle parole di Zarathustra che si trova una risposta terribile a questa fede della sua giovinezza: «Le verità soffocate diventano avvelenate».
46 (142)
La maggior parte delle questioni trattate da Nietzsche sono troppo lontane dai temi ordinari del pensiero umano, troppo lontane dai sentimenti della maggioranza degli uomini,
47 (143)
La scienza, la religione e il bene non potevano dargli nulla. E, ripetiamo quanto abbiamo detto di Tolstoj: se Nietzsche si è ribellato contro il bene non è perché sia stato un uomo duro, insensibile, freddo e incapace di accedere alla pietà. Niente di tutto ciò.
48 (146)
formula «bene-amore-fraterno-Dio» l’abbia completamente soddisfatto.
49 (148)
«Colui che lotta contro dei mostri – dice Nietzsche – deve stare attento a non diventare egli stesso un mostro. E se tu guarderai a lungo il fondo di un abisso, l’abisso guarderà il fondo di te stesso» ( Al di là del bene e del male, 146).
50 (154)
Infatti , quelli che fanno ricadere la colpa sul loro prossimo affermano senza la minima ombra di dubbio: «Ti ringrazio, mio Dio, di non essere come quel pubblicano».
51 (157)
b,0151027
52 (157)
Non è più in questione il bene. L’Übermensch ha preso il suo posto.
53 (157)
il ruolo dell’Übermensch non è nuovo. Nel suo nome Nietzsche dice e fa quello che Dostoevskij e Tolstoj facevano in nome del bene.
54 (160)
Non potevano più vivere senza risposta alle loro domande: qualunque risposta era meglio di niente. Questo è «il superficiale nato dalla profondità», come dice Nietzsche. È impossibile vivere fissando sempre e senza sosta, davanti a sé, dei fantasmi che fanno paura. Dostoevskij e Tolstoj non lo diranno. Ma Nietzsche in fin dei conti lo confessa, finendo per confessare tutto.
55 (161)
Là dove c’era la bruttezza, gli orrori, la viltà, là dove c’era una prostituta che moriva di fame, e che non aveva mangiato da due giorni perché nessuno più la voleva, là Tolstoj ha innalzato lo stendardo del «bene»: che è l’amore del prossimo, che è Dio.
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Sanasto Vocabulary Словарь (Code: w)

1 predicazione (1)
saarna
2 ? tana s (21)
f. 1 Buca profonda, scavata spec. nella terra o nella roccia, dove si rifugiano animali selvatici: le faine scavano la tana nei vecchi alberi | (fig.) Rifugio, covo, nascondiglio: è una tana di malviventi | (fig., spreg.) †Patria, dimora: son Vanni Fucci / bestia, e Pistoia mi fu degna tana (DANTE Inf. XXIV, 125-126). 2 (fig.) Abitazione malsana, squallida: vive in periferia, in una tana vecchia e sporca. SIN. Buco, stamberga, tugurio. 3 (fig.) In giochi infantili, il punto in cui ci si deve rifugiare per salvarsi quando si è inseguiti o scoperti: toccare tana. 4 †Fossa, grotta | (fig.) Bolgia dantesca. ? tàna [lat. (sub)tana(m) ‘sotterranea’ (sottinteso caverna(m) ‘caverna’), con fraintendimento di sub come prep. ¤ sec. XIII]
3 sbarazzarsene (30)
päästä eroon jstk
4 Inghiottiva (36)
niellä
5 ingegnosi (41)
nerokkaat
6 inamidata (48)
starched
7 scomparisse (53)
kadottaa
8 lecito (60)
laillisra
9 ? sbiadire A (65)
v. tr. (io ?biadìsco, tu ?biadìsci) ? Far perdere il colore: il sole ha sbiadito la tappezzeria. B. v. intr. (aus. essere) e ?biadìrsi v. intr. pron. ? Diventare pallido, smorto, perdere intensità e vivacità, detto di colori: col sole il rosso sbiadisce | (est.) Perdere il colore: questo tessuto si è sbiadito subito. SIN. Scolorire, stingere. ? ?biadìre [comp. di s- e †biado (1) (V.) ¤ 1757]
10 lungaggine s (67)
f. 1 Il mandare troppo per le lunghe qlco.: le lungaggini della burocrazia. SIN. Indugio, lentezza, ritardo. 2 (raro) Prolissità: lungaggine di stile | (raro) Parte troppo lunga o prolissa di un testo o di un discorso. ? lungàggine [da lungo col suff. spreg. -aggine ¤ av. 1755]
11 ? audacia s (68)
f. (pl. -cie) 1 Caratteristica di chi (o di ciò che) è audace: l'audacia di un esploratore, di una concezione | Azione audace: quel viaggio è stato una vera audacia. 2 Temerarietà, sfacciataggine, insolenza: ha avuto l'audacia di metterci alla porta. ? audàcia o †aldàcia [vc. dotta, lat. audacia(m), da audax, genit. audacis ‘audace’ ¤ 1261 ca.]
12 Riga (strumento) (70)
13 Un righello da 30 cm Ne esistono sostanzialmente di due tipi: rigide, le più precise (Es (70)
aste metriche, righelli, metri ripiegabili). flessibili, meno precise, ma che permettono di effettuare misure su superfici leggermente curve (Es. righelli flessibili, flessometri).
14 ? goffaggine s (101)
f. 1 Caratteristica di chi (o di ciò che) è goffo: lo guardò con voglia di ridere per tanta goffaggine sguaiata (R. BACCHELLI). SIN. Grossolanità, impaccio. 2 Azione o discorso goffo. ? goffàggine [da goffo con suff. spreg. ¤ 1532]
15 scellerato (124)
:konna
16 brivido (132)
:jännitys
17 varcare:cross (141)
ylittää
18 tregua (144)
aselepo
19 ? fato s (148)
m. (pl. fàti, m., †fàta, f.) 1 Per gli antichi, legge eterna e ineluttabile che regola e domina senza contrasto la vita dell'Universo: sta scritto nel fato; opporsi al fato | †Cedere al fato, morire | (est.) †Volere divino.
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Yhteenvedot Reviews Резюме (Code: ###)

Lev Šestov: L’idea di bene in Tolstoj e Nietzsche
1,2477,166,fil,ita,20151004,20151028,3,Lev Šestov: L’idea di bene in Tolstoj e Nietzsche
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Lev Šestov: L’IDEA DI BENE IN TOLSTOJ E NIETZSCHE

Filosofia e predicazione A cura di Andrea Oppo Traduzione di Bachisio Oppo e Andrea Oppo

ama,http://www.amazon.com/s/ref=nb_sb_noss?url=node%3D154606011&field-keywords=L%E2%80%99IDEA+DI+BENE+IN+TOLSTOJ+E+NIETZSCHE++S%C4%9Bstov%2C+Lev+(2014-07-09).+L%27idea+di+bene+in+Tolstoj+e+Nietzsche+(I+Timoni)+(Italian+Edition)+(Kindle+Locations+19-20).++.+Kindle+Edition.+&rh=n%3A133140011%2Cn%3A154606011%2Ck%3AL%E2%80%99IDEA+DI+BENE+IN+TOLSTOJ+E+NIETZSCHE++S%C4%9Bstov%5Cc+Lev+(2014-07-09).+L%27idea+di+bene+in+Tolstoj+e+Nietzsche+(I+Timoni)+(Italian+Edition)+(Kindle+Locations+19-20).++.+Kindle+Edition.

ita Tolstoi, Nietzsche e Shestov

Gia nella prefazione del libro lo scopo di questo ensaio è limitato, come dice l'autore del prefazio Andrea Oppo,

all’ultimo Tolstoj : il Tolstoj pubblicista che predica il Bene assoluto e punta a un rinnovamento radicale della società.

Il cosiddetto «tolstoismo» dell’ultimo periodo del romanziere era evidentemente un bersaglio fin troppo facile, contro il quale si accanivano diversi intellettuali.

Šestov era un russo nel profondo dell’animo e amava Tolstoj, lo amava proprio nelle sue contraddizioni, e lo rispettava mentre lo attaccava. Lo stesso dico io: amo, ma nel fondo di mente tengo un sentimento che non sono senza fondazione quegli che criticano il gigante russo per certa durezza come fa Shestov in questo ensaio. Quanto a Nietzsche mi sentimenti sono claramente diversi da Shestov. Lo poco che ho letto direttamente, quasi solo La Zarathustra, ma invece si colpa continuamente ai diversi critichi di Nietzsche. Non ha potuto convincere Shestov con la sua ammirazione di Šestov per Nietzsche, benche non è totale e incondizionata anche quella di Shestov. Naturalmente il più importante bersaglio è la famosa teoria dell’Übermensch e tra questo su ruolo nella ideologia nazista.

Trovo interessante lo che dice Shestov: "tutte le opere degli ultimi anni di Tolstoj, comprese le sue opere letterarie, non avevano che uno scopo: rappresentare la concezione del mondo che egli aveva immaginato obbligatoria per tutti." e

"Tolstoj non si limita a descrivere la vita umana, ma la giudica."

Anna Karenina viene sempre riferito come il più importante racconto di amore. Non si può negare, ma dall'altra parte, facetti di quest'amore sono infelici, troppo infelici. Leggendolo non si desidera fare parte di quel genero di amore.

Lo scopo di Shestov è di paragonare il concetto di bene di questi grandi autori. Dopo vari considerazioni controversiali si pone la questione: Da dove è venuto questo «senso del bene»? Risponde un po sorprendentemente, ma in fine mi sembra giustificato: "Poiché egli scrive non per gli altri ma per se stesso. Eppure il bene è con lui, il bene dà alla sua vita un senso preciso»."

Nietzsche fece egualmente un pellegrinaggio verso il «bene», il bene di Tolstoj, come i professori tedeschi – affermando che Nietzsche non aveva capito Kant in maniera sufficientemente «profonda».

Interessanti e mi sembra, ben giustificati sono le conclusioni a chi viene Shestov del bene di due grandi pensatori.

Nel caso di Nietzsche: «In che cosa si manifesta la più grande umanità?». E la risposta è: «Jemandem Scham ersparen» [Evitare a qualcuno la vergogna].

Mentre Tolstoj: «Il bene è Dio»; vale a dire il fatto che nella vita non bisogna cercare altro che il bene. È nelle parole di Zarathustra che si trova una risposta terribile a questa fede della sua giovinezza: «Le verità soffocate diventano avvelenate».

"Se Nietzsche si è ribellato contro il bene non è perché sia stato un uomo duro," dice Shestov, "insensibile, freddo e incapace di accedere alla pietà. Niente di tutto ciò." e continua: "formula «bene-amore-fraterno-Dio» l’abbia completamente soddisfatto."

È qui che finisce secondo Nietzsche la filosofia: Non è più in questione il bene. L’Übermensch ha preso il suo posto.

Secondo Shestov la ultima conclusione è: Tolstoj ha innalzato lo stendardo del «bene»: che è l’amore del prossimo, che è Dio.

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fin Tolstoi, Nietzsche ja Shestov

Jo tämän kirjan esipuheessa rajoitetaan tämän esseen piiriä, kuten esipuheen kirjoittaja Andrea Oppo sanoo, Tolstoin viimeiseen kauteen: Tolstoi kirjailijana, joka saarnaa absoluuttisesta Hyvästä ja viittaa yhteiskunnan radikaaliin uudistukseen. Kirjailijan viimeisen luomiskauden niin sanottu "tolstoilaisuus" oli aivan ilmeisesti liiankin helppo maalitaulu, johon ampuivat kaiken maailman intellektuellit.

Shestov oli sielunsa syvyydessä venäläinen ja rakasti Tolstoita, rakasti nimenomaan hänen ristiriitojaan, ja kunnioitti häntä samalla kun hyökkäsi hänen kimppuunsa. Samaa sanon minä: rakastan, mutta syvällä mielessä on tunne, etteivät ole vailla perustetta he jotka arvostelevat venäläistä jättiläistä tietystä kovuudesta kuten Shestov tässä tutkielmassaan. Mitä tulee Nietzscheen tunteeni eroavat selvästi Shestovista. Se vähä mitä olen välittömästi lukenut hänen tekstiään, on melkein vain Zarathustra, mutta jatkuvasti sitä törmää erilaisiin Nietzscheä koskevaan kritiikkiin. Shestov ei ole pystynyt saamaan minua vakuuttuneeksi ja ihastumaan Nietzscheen, vaikkei täydellistä ole hänenkään ihastuksensa. Tietenkin tärkein maalitaulu on hänen kuuluisa teoriansa yli-ihmisestä ja sen kautta osuutensa natzi ideologiassa.

Mielenkiintoista on mielestäni se mitä Shestov sanoo: "kaikella Tolstoin viimeisten vuosien toiminnalla, mukaanlukien kirjallisen tuotantonsa, ei ollut muuta kuin yksi päämäärä: esittää keksimänsä maailmankäsitys pakollisena kaikille." ja "Tolstoi ei tyydy vain kuvailemaan maailmaa, vaan myös tuomitsee sen."

Anna Kareninaan viitataan aina tärkeimpänä rakkauskertomuksena. Ei voida kieltää, mutta toisaalta eräät tämän rakkauden piirteet ovat onnettomia, liian onnettomia. Teosta lukiessa ei toivo itseä sellaisen rakkauden kanssa tekemisiin. Shestovin tarkoitus on verrata näiden kahden suuren kirjailijan hyvyyden käsitettä. Erilaisten ristiriitojen tarkastelujen jälkeen hän asettaa kysymyksen: Mistä tulee tämä "hyvän tunne"? Hän vastaa hieman yllättävästi, mutta lopulta minusta tuntuu, oikeutetusti: "Koska hän ei kirjoita muille vaan itselleen. Olkoonkin että hyvä on hänen hallussaan, hyvä antaa tarkan suunnan hänen elämälleen".

Samoin tekee Nietzsche pyhiinvellusretken "hyvän" luo, Tolstoin hyvän, kuten saksalaiset professorit, todeten ettei Nietzsche ole ymmärtänyt Kantia riittävän "syvällisesti". Mielenkiintoisia ja mielestäni oikeutettuja ovat hänen johtopäätöksensä näiden kahden suuren ajattelijan hyvä-käsityksistä. Nietzschen tapauksessa: "Miten ilmenee suurin humaanisuus?" Ja vastaus on: «Jemandem Scham ersparen» [Häpeän välttäminen, Evitare a qualcuno la vergogna].

Kun taas Tolstoi: "Hyvyys on Jumala."; kannattaa sanoa se tosiasia, ettei elämässä muuta kannata etsiä kuin hyvää. Ja Zarathustran sanoin on olemassa tämä nuoruuden hirveä usko: "Tukahduttava hyvyys on myrkytettyä". Jos Nietzsche kapinoikin hyvää vastaan, se ei tapahtunut siksi, että hän oli kova ihminen" sanoo Shestov, "tunteeton, kylmä ja kykenemätön antautumaan hurskauteen. Ei lainkaan näin." Ja hän jatkaa: "kaava "hyvä-rakkaus-veljeys-Jumala" olisi täysin tyydyttänyt häntä.

Ja tässä Nietzschen mukaan loppuu filosofia: Ei ole enää kysymys hyvästä. Yli-ihminen on ottanut sen paikan. Shestovin mukaan vihonviimeinen johtopäätös on:Tolstoi asetti standardin "hyvälle": että se on lähimmäisenrakkaus, joka on Jumala.

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Huomautukset Remarks Замечания (Code: @@@)


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Shestov-TolstNietzsche-ajk.txt o MyeBooks o 20151004-20151028, 166 pages, 3* SalesInfo

Asko Korpela 20180410 (20110710) o Ajk homepage o WebMaster
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